Al Bar.

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Miss Ley
view post Posted on 28/10/2012, 23:13




[ Premetto che questo racconto l' avevo "pubblicato" anche in un altro forum, ma desideravo condividerlo ugualmente con voi. Se sto andando contro il regolamento mi scuso e chiedo a chi di dovere di procedere con l' eliminazione. ]


Ora era da sola Lara, seduta sul letto a piangere lacrime di dolore, a ripetersi a bassa voce “Stupida”, una cantilena, le mani che stringono il petto, le dita premono la gola: “Stupida!” Il busto si muove avanti e indietro, accompagna ritmicamente quella triste nenia.

Tutto era cominciato più di sei mesi fa, aveva conosciuto Luca per caso, era entrata in quel bar solo per ripararsi dalla pioggia, aveva acquistato le mentine giusto per non rimanere lì a mani vuote. Lui da dietro il bancone le aveva sorriso, un sorriso che le aveva infiammato le guance. Aveva i capelli ricci, neri neri, gli occhi verdi, alto, bello da togliere il fiato. Lara aveva ricambiato il suo sorriso, con tanto imbarazzo, tirando su il colletto del giubbotto grigio. Da quella mattina di gennaio, non fece altro che passare davanti la vetrina del bar, tante le scuse pur di entrare e riempirsi l’ anima con quegli occhi verdi, le bastavano per rallegrarle la giornata fino a quando:
- “Ti va di prendere un caffè insieme, io e te, lontano da quel bancone che comincio ad odiare?”
Luca la fissava, in piedi davanti al tavolino rotondo. Indossava dei jeans scuri e una camicia bianca che metteva in risalto la sua pelle olivastra. Lara sempre imbacuccata nel suo giubbotto grigio, i capelli neri, lunghi fuoriuscivano ribelli, posò gli occhi sulla tazza per non rivelare il suo disagio.
“Si.” - Aveva balbettato a fatica - “Mi piacerebbe molto.”
Un sorriso forzato e il cuore che le esplodeva in gola. Lui le diede appuntamento per quella sera stessa, in piazza. Una passeggiata veloce, il gelo che li avvolgeva, anche se il viso di Lara era in fiamme. Luca le camminava vicino, alto nel suo metro e ottanta, lei decisamente più piccina evitava di sollevare gli occhi neri per paura di osservarlo, sapeva che quegli occhi si sarebbero rivelati pericolosi, si limitava ad annuire.
- “Adoro i tuoi silenzi.”
Le aveva sussurrato Luca lasciandola sulla porta di casa.
- “A domani. Passa dal bar, o senza di te neanche la macchina dell’ espresso sarebbe più la stessa.”
Lo guardava allontanarsi, sghignazzando.

L’ indomani Luca dovette aspettare un’ intera settimana prima di vederla spuntare davanti il bancone.
- “Un cappuccino con tanta schiuma. Grazie!”
Aveva ordinato sorridendo.
- “Non ti do un bel niente, dov’ eri finita?”
Furioso, per niente ironico, continuava a trafficare con alcune tazzine impacciato.
- “Vai a fare colazione da un’ altra parte. La macchina del caffè si è suicidata. Sai, non vedendoti più.”
La risata di Lara alla sua risposta era bastata a placare l’ ira di Luca.
- “Il cappuccino lo passi a prendere qui stasera, per le diciannove, ok?”
Un altro appuntamento!? Lara non chiese, annuì e per quella mattina dovette rinunciare alla sua colazione.

19.00 in punto. Lara trovò la saracinesca del bar chiusa, pensò fosse quella la vendetta di Luca, ma prima di allontanarsi sentì il forte rumore metallico, Luca l’ aveva sollevata facendole cenno di seguirla all’ interno del bar. Entrò. Soli. Un tavolino in fondo alla sala era sistemato per due, due grandi tazze bianche e due fette di torta, al cioccolato, la preferita di Lara.
- “Ormai sarà freddo!”
Sospirò Luca osservando Lara liberarsi del giubbotto.
- “Mi sei mancata.”
Lei sorrise, era quello che voleva sentirsi dire. Luca le stava vicino e l’ aiutò a spogliarsi. Il giubbotto ormai sistemato sullo schienale della sedia, non potè fare a meno di passare la mani sulle braccia della ragazza. Indossava una semplice maglietta nera, stretta da mettere in risalto seno e fianchi. Lara rimase immobile, socchiuse gli occhi e lo lasciò fare. Sentiva le sue mani grandi muoversi sulle braccia, unirsi sul ventre piatto e fermarsi dietro, sulla schiena.
- “Ho voglia di te, Lara.”
Lei si voltò piano, sollevò gli occhi in cerca di quelli di Luca, lui si piegò e poggiò le labbra sulle sue. Un bacio lento, leggero, romantico, che ben presto lasciò posto a movimenti sempre più veloci, passionali. La lingua di Luca prese a muoversi all’ interno della bocca di Lara, spingeva, incontrò la sua. Lei gli morse le labbra, stringeva con le mani le braccia possenti del giovane e in un attimo si ritrovò contro la parete del bar. La teneva ferma, mentre la sua bocca continuava a violare quella della giovane. Non si staccò da lei neanche quando cominciò a spogliarla, a sfilarle la maglietta, gettarla a terra, abbassarle il reggiseno, toccò a Lara slacciarlo, lui non ne sarebbe stato capace eccitato com’ era. Strinse tra le mani i seni sodi, le fece quasi male mentre tentava di nasconderli tra le dita lunghe. Lei frettolosa, slacciò i pantaloni che tentò di abbassare insieme alle mutande. Li fece scendere muovendo le proprie gambe, se ne liberò a fatica. Non perse tempo Luca, le afferrò le gambe lisce e la tenne contro il muro freddo mentre continuava a baciarla: bocca, mento e collo. Lara sporcò la sua maglietta verde, stesso colore dei suoi occhi, era così eccitata che sentì colarle anche tra le gambe. Impacciati o semplicemente vogliosi, insieme, si liberarono dei vestiti di Luca che lasciarono cadere lì ai loro piedi. Lei avvinghiò con le gambe il busto di lui che la reggeva dai fianchi, gli occhi verdi di Luca si illuminarono e avvicinò la mano alla sua bocca, indice e medio, uniti. Sorrise Lara, maliziosa, li bagnò con la saliva, cominciò a succhiare le dita lunghe, e continuò anche quando Luca riprese a baciarla. Le gambe tenute spalancate, strusciava sempre più veloce sul ventre di lui, bagnandolo. Luca l’ abbassò appena, avvicinò tra le gambe della ragazza il pene: duro, impaziente e senza troppe cerimonie entrò. Un colpo che fece spalancare la bocca di lei, abbandonò le dita e si lasciò andare tra i gemiti. Sospiri e urli si unirono mentre Luca continuava a spingere. Le spingeva la schiena contro il muro, a ritmo dei suoi colpi. Le unghie di Lara affondavano nelle pelle delle sue spalle e l’ unica cosa che riusciva a sussurrare era: “Ancora!” lo incitava, nella speranza che quel momento non finisse mai. Un urlo, più forte, interruppe quel ritmo fatto di saliva e sudore. La testa della ragazza rimase premuta contro la parte, mentre la testa di Luca piegata contro il petto ansimante di Lara. E dalle gambe della ragazza cominciò a colore, bianco, il risultato di quell’ unione.
- “Scusa piccola mia, non mi sarei mai potuto allontanare da te.”
Sollevò la testa, le baciò il mento, uscì da lei e la strinse forte a se, infilando una mano tra i lunghi capelli neri.


*Ma perché Lara sta piangendo!?
Beh, se vi è piaciuto lo saprete presto.
 
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Infernus933
view post Posted on 29/10/2012, 01:00




Complimenti bella storia ç_ç
 
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†Grell†
view post Posted on 6/11/2012, 10:53




davvero molto bella çAç
 
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2 replies since 28/10/2012, 23:13   51 views
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